Il mondo dell’informatica ha affascinato il cinema fin dai tempi di HAL 9000, il supercomputer intelligente (e minaccioso) di 2001: Odissea nello spazio: da allora non si contano i film di cui sono protagonisti programmatori, nerd e hacker.
Tra i tanti esempi del binomio vincente di informatica e cinema, ve ne proponiamo alcuni che raccontano storie vere di uomini e donne – alcuni celeberrimi, altri forse non noti a tutti – accomunati dalla genialità e dalla passione per i computer.
Buona visione!
I pirati di Silicon Valley: gli esordi (e le liti) di Bill Gates e Steve Jobs
Come sono nate Microsoft e Apple? È vero che Bill Gates rubò a Steve Jobs l’idea per creare Windows? Se volete saperlo, guardate I pirati di Silicon Valley, film del 1999 diretto da Martyn Burke e interpretato da Noah Wyle e Anthony Michael Hall.
Si tratta del racconto, romanzato ma non troppo, di come i giovani Bill e Steve, negli anni ’70, arrivano a formulare (separatamente) un’idea rivoluzionaria: quella di un computer non per le aziende, ma per le persone.
Due storie parallele, i cui protagonisti si incontrano e si scontrano quando Steve Jobs comincia a progettare il Macintosh e Bill Gates, poco dopo, crea il nuovo sistema operativo Windows: Jobs accusa Gates di avergli rubato l’idea dell’interfaccia grafica e Gates ribatte ricordandogli che Apple, a sua volta, ha utilizzato un progetto di Xerox.
La citazione
“Ma che diavolo può farsene la gente comune dei computer?” (Un dirigente Hewlett Packard a Steve Wozniak, cofondatore di Apple, che gli proponeva l’acquisto dei loro nuovi pc)
Perché vederlo: per capire come è nato il mito di Silicon Valley e dei colossi informatici creati nel garage di casa.
Jobs e Steve Jobs: genio e sregolatezza del mito dell’informatica
Sono due film dedicati al fondatore di Apple, usciti entrambi dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2011.
Jobs (2013): diretto da Joshua Michael Stern e interpretato da Ashton Kutcher, si apre con il lancio dell’Ipod nel 2001; poi, attraverso una serie di flashback, racconta gli anni precedenti, a partire dal 1974, quando Steve Jobs lasciò gli studi universitari: il periodo hippie e il viaggio in India, il lavoro all’Atari, l’incontro con Steve Wozniak e la nascita della Apple e del suo primo personal computer.
Steve Jobs (2015): diretto da Danny Boyle e interpretato da Michael Fassbender, parte dal 1984, quando Jobs viene estromesso dalla Apple per le difficoltà legate al nuovo Macintosh e si ritrova a dover affrontare la questione della paternità, inizialmente da lui negata, della figlia Lisa di 5 anni. Steve Jobs fonda quindi la NeXT, che diventa concorrente di Apple e che nel 1998 viene acquisita dalla Apple stessa, dove Jobs ritorna come CEO, risolvendo anche i suoi problemi con la figlia.
Citazioni
“Perché coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambieranno davvero.” (Steve Jobs, nel film Jobs)
“I due eventi più importanti del ventesimo secolo: gli alleati che vincono la guerra, e questo.” (Steve Jobs riferendosi al lancio del Mac, nel film Steve Jobs)
Perché vederli: per avere due punti di vista su Steve Jobs, dal personaggio un po’ mitizzato del primo film all’uomo difficile e tormentato del secondo.
The Social Network: Mark Zuckerberg e il successo planetario di Facebook
“Non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico”, recita la tagline del film, ed è in sostanza il riassunto della storia di Mark Zuckerberg, denunciato per furto di proprietà intellettuale dopo aver fondato Facebook.
The Social Network, diretto nel 2010 da David Fincher e interpretato da Jesse Eisenberg, racconta la vicenda ormai notissima della nascita di Facebook nel 2004: l’idea iniziale dei gemelli Winklevoss che ingaggiano Zuckerberg come programmatore, Zuckerberg che invece lancia il suo progetto “Thefacebook” con l’amico finanziatore Eduardo Saverin, l’immediato successo del network e la collaborazione con Sean Parker, inventore di Napster (che suggerì di togliere l’articolo dal nome). Buona parte del film è dedicata alle controversie legali di Zuckerberg, denunciato sia dai fratelli Winklevoss, sia dall’ex socio Saverin, che era stato estromesso dalla società a sua insaputa: i primi risarciti con 65 milioni di dollari, il secondo con una cifra rimasta segreta e con il reinserimento del suo nome tra i fondatori di Facebook.
La citazione
I laureandi di Harvard pensano che inventare un lavoro sia meglio che trovare un lavoro. (Larry Summers, rettore di Harvard, ai fratelli Winklevoss)
Perché vederlo: per capire il motivo del successo di Facebook e dei social network.
The Imitation Game: la genialità e il dramma di Alan Turing, il padre dell’intelligenza artificiale
Durante la seconda guerra mondiale, il matematico inglese Alan Turing collabora con il governo britannico per una missione ritenuta impossibile: decrittare i messaggi segreti nazisti codificati con la macchina Enigma. Turing risolverà il problema realizzando un’altra macchina per decifrare automaticamente il contenuto dei messaggi.
È questa la storia raccontata da The Imitation Game, diretto nel 2014 da Morten Tydlum e interpretato da Benedict Cumberbatch e Keira Knightley, che deve il suo titolo al “gioco dell’imitazione” su cui si fonda il celebre test di Turing, inventato dal matematico nel 1950 come criterio per capire se una macchina possa “pensare”.
Il film si conclude con le drammatiche vicende personali di Alan Turing, che nel 1952 viene arrestato e condannato per omosessualità (in base alla legge abolita solo nel 1967). Nel 1954, dopo un anno di terapia ormonale imposta come alternativa al carcere, si suicida a soli 41 anni.
Citazioni
Gli storici stimano che l’aver decifrato Enigma abbia accorciato la guerra di più di due anni, salvando più di 14 milioni di vite. Rimase un segreto governativo per più di cinquant’anni.
Il lavoro di Turing ha ispirato generazioni di ricerca in quella che gli scienziati chiamano “La macchina di Turing”. Oggi li chiamiamo computer.” (Explicit del film)
Perché vederlo: perché senza Alan Turing non avremmo computer e intelligenza artificiale.
Il Diritto di Contare: Katherine Johnson e le scienziate afroamericane della NASA
Il titolo è un gioco di parole che si riferisce alla professione della protagonista, una matematica e informatica assunta come “calcolatrice” alla NASA, e alle battaglie, sue e delle sue colleghe afroamericane, contro il sessismo e il razzismo che ai tempi ancora resistevano, anche in un ambiente avanzato come l’ente spaziale.
Il Diritto di Contare, film del 2016 diretto da Theodore Melfi e interpretato da Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe e Kevin Costner, racconta la storia di Katherine Johnson e delle altre scienziate che lavorarono alla NASA a partire dagli anni ’60, quando iniziarono le missioni spaziali. Katherine, seppur apprezzata per le sue eccezionali capacità di calcolo, doveva comunque lottare contro i pregiudizi razziali, che ancora imponevano, per esempio, caffè e bagni separati per bianchi e neri. Le altre protagoniste del film sono Dorothy Vaughan, che da supervisore fece imparare alle sue “calcolatrici” a programmare il nuovo computer IBM per scongiurare la disoccupazione, e Mary Jackson, aspirante ingegnere, che dovette rivolgersi a un giudice per essere ammessa a un corso di specializzazione fino ad allora riservato a soli uomini bianchi.
La citazione
“Ogni volta che abbiamo una possibilità di successo, spostano il traguardo.” (Mary Jackson)
Perché vederlo: perché ha raccontato per la prima volta il fondamentale contributo delle matematiche e informatiche afroamericane alla conquista dello spazio e dei diritti civili.
Informatica e cinema sono le vostre passioni? Avete suggerimenti su altri film incentrati su storie vere? Raccontateci i vostri consigli nei commenti!