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L’importanza delle community per i developer

Negli ultimi vent’anni gli sviluppatori hanno giocato via via un ruolo sempre più importante per il successo di qualsiasi piattaforma o tecnologia. Di pari passo, sono cominciati a sorgere dei luoghi in cui gli sviluppatori potessero connettersi tra di loro: sono nati forum online, ma anche eventi di persona, per risolvere problemi, sviluppare competenze, incoraggiare il networking e trovare supporto nei professionisti più esperti.

Le community, così si definiscono questi spazi, virtuali o fisici che siano, consentono dunque agli sviluppatori di espandere le proprie conoscenze e di acquisire nuove competenze, indipendentemente dal loro livello di esperienza, ma soprattutto offrono concrete opportunità per imparare mentre si costruiscono relazioni.

Gli utenti attivi sulle community

Ma perché un programmatore dovrebbe impiegare il proprio tempo libero per discutere di cose che fa tutto il giorno al lavoro? In poche parole, perchè la community può rendere i programmatori migliori.

All’interno delle community troviamo diverse tipologie di developer, che distingueremo in due gruppi:

1) Aspiranti sviluppatori
La quantità di linguaggi di programmazione, framework, librerie e tool a disposizione è veramente ampia e spesso un programmatore, specie se alle prime armi, può trovare difficile orientarsi e fare una scelta. Insomma, può capitare di non sapere da dove cominciare: qual è il modo giusto? Meglio usare questo strumento o quell’altro? Su quale linguaggio di programmazione puntare? Esistono così tante varianti e metodologie che rispondere a queste domande può non essere immediato. Per un “nuovo” sviluppatore questi luoghi costituiscono una miniera di consigli preziosi: è qui che può incontrare altri professionisti, imparare di più su un linguaggio di programmazione e persino farsi indirizzare sul linguaggio da scegliere. Infine, può ottenere consigli utili su come acquisire le competenze necessarie per il raggiungimento dei propri obiettivi.

2) Sviluppatori esperti
Le community degli sviluppatori, grazie alla presenza di una piattaforma che consente loro di interagire con una grande varietà di persone e in contesti dinamici, aiutano anche i programmatori più esperti: li portano a rompere gli schemi a cui sono abituati, a sfidare, insomma, la cultura del posto di lavoro in cui operano per trovare nuove soluzioni. Frequentando questi gruppi e interagendo con persone che difficilmente potrebbero incrociare altrove, vengono stimolati a uscire dal pensiero restrittivo.

SOS Community: come non restare bloccati al terzo step

Il flusso di lavoro dello sviluppatore si può suddividere in tre step:

1. Modalità di creazione: il codice viene scritto, testato e distribuito. Questa fase viene solitamente eseguita in completa autonomia dallo sviluppatore.

2. Modalità di ideazione: l’aspetto creativo della codifica, quando i concetti e le idee divengono logica e struttura.

3. Modalità di risoluzione dei problemi: il programmatore si trova bloccato a causa di errori o indecisioni.

Sia il secondo step che il terzo vengono svolti in collaborazione, ma per quanto concerne la risoluzione dei problemi, più di una volta sono state proprio le community sul web a correre in soccorso degli sviluppatori per risolvere i problemi più velocemente. Siti come GitHub, Stack Overflow, Dev.to ma anche Blogging (forum) e Codice Open Source hanno come obiettivo quello di aiutare gli sviluppatori a sbloccarsi quando incontrano problemi. Le community, in sostanza, permettono di entrare in contatto con persone che si trovano nella stessa situazione, dando vita così a collaborazioni che portano a soluzioni innovative che difficilmente si arriverebbe a ipotizzare da soli.

Come costruire una community solida e attiva

Potrà sembrare banale specificarlo, ma una community deve essere prima di tutto genuina: deve, cioè, riunire persone che condividono uno stesso scopo e dare loro la possibilità di aiutarsi a vicenda. I membri della community, inoltre, devono fidarsi della community.

Ma come si sviluppa un sentimento di fiducia? Incoraggiando il libero flusso di informazioni e incentivando positivamente la collaborazione. Se un utente si fida delle informazioni che un altro membro ha condiviso, allora si fiderà di quell’individuo e di conseguenza anche della piattaforma stessa. L’ambiente delle community non deve essere solo un luogo dove acquisire nuove conoscenze o scambiarsi consigli, ma una piattaforma per dare e ottenere valore.

Un esempio di community molto solide sono quelle legate allo sviluppo di Software Open Source. Questo è in parte dovuto al fatto che si tratta perlopiù di progetti che dipendono da contributi volontari, dunque non retribuiti. Coloro che per lavoro o per diletto si ritrovano a usare questo tipo di software, spesso contribuiscono al suo sviluppo proprio per la necessità di implementare qualche funzione che ancora non esiste ma di cui hanno bisogno. Non a caso, capita non di rado che le imprese Open Source di successo (come Wikipedia, Blender o Linux con Red Hat) finiscano per assumere degli esperti che le aiutino a sviluppare, gestire e nutrire le loro community.

Ciò che è importante, è come costruiamo le community e come coinvolgiamo le persone, perché le community non forniscono solo codice: forniscono sostegno, documentazione, traduzioni, accessibilità… Portano nuove idee, nuovi approcci e diversità”.

Jono Bacon, community manager e autore del libro Art Of Community.

Come essere partecipi in una community e trarne beneficio

Che sia per risolvere un problema o per imparare un nuovo linguaggio di programmazione, qualsiasi sia la ragione che ti farà approdare su una community, sarà naturale per te espandere il tuo networking e le tue opportunità.

Ecco come:

– Condividi la tua passione: il modo migliore per entrare in contatto con le community degli sviluppatori è trovare qualcosa che ti interessa davvero e condividerlo con gli altri.

– Condividi la tua conoscenza: insegnando ad altri, il più delle volte si finisce per apprendere comunque qualcosa di nuovo.

– Collabora: le community degli sviluppatori si fortificano grazie alla collaborazione.

– Fai networking: più sei coinvolto, più aumentano le connessioni con altre persone. Queste relazioni potranno un domani restituirti il supporto nella risoluzione di problemi, condividere con te le loro conoscenze e magari segnalarti interessanti opportunità lavorative.

Per approfondire alcuni aspetti legati al mondo delle community, abbiamo posto alcune domande a Thomas Rossetto di Programmers in Padua.

Come vi definite?

Programmers in Padua si definisce come un club di persone appassionate che per lavoro e passione si interessano di programmazione e tecnologia. Ci piace trattare di temi legati al mondo IT, ma non per forza strettamente legati al coding o al mondo sistemistico. Abbiamo toccato anche temi “alieni” al nostro mondo, come ad esempio il recruiting, la vita da partita IVA, la gestione dello stress, e molto altro. Il nostro obiettivo è quello di creare un ambiente dove si possa parlare a 360 gradi di temi e problematiche, spesso non di natura tecnica, che un programmatore nel 2021 deve affrontare.

Secondo la vostra esperienza, che ruolo hanno le community nel mondo dell’informatica e perché sono così importanti?

Il mondo IT deve molto alle community. Vale lo stesso anche per l’Italia, ma in molti casi non se ne rende conto. Dai feedback che ci arrivano dai partecipanti ai nostri eventi, riscontriamo che le aziende e le università non incoraggiano a partecipare a queste iniziative; senza saperlo, tuttavia, beneficiano della buona volontà e della passione di chi investe il proprio tempo libero per informarsi, crescere e partecipare a queste occasioni di aggregazione e di condivisione.

Quale credete che sia il loro valore e cosa distingue una community di developer dalle altre?

Le community sono belle perchè sono varie! Spero non esista competizione tra community, perchè sarebbe una cosa tossica e che mal si addice allo spirito con cui personalmente penso a Programmers in Padua. La differenza sta ovviamente nelle persone che si posso incontrare: più le persone sono stimolanti e mi fanno crescere, più mi sento parte di quella community e cresce dentro di me il senso di “give back”, ovvero di dare indietro quello che altri mi hanno dato, in termini di crescita, supporto o orizzonti. Ed è così che la community cresce. Questo non significa che se ci sono pochi partecipanti la community è “brutta”: ognuno di noi può trovare la sua dimensione dove più si sente a suo agio e dove può dire la sua.

Stando a quanto avete potuto osservare, in che modo la vostra community può supportare studenti, lavoratori o appassionati di informatica?

Le community sono un ottimo luogo di incontro, confronto e “sfogo”. Gli ingredienti vincenti sono l’informalità e la libertà di espressione, nei limiti della sensibilità di tutti. Per gli studenti la cosa è più complicata in quanto spesso si fa fatica a conciliare i ritmi da studente con gli incontri.

Nutrire una community per renderla sempre attiva è fondamentale: che cosa proponete ai vostri membri?

Noi proponiamo un incontro al mese su una tematica sempre diversa. Spesso ci sono relatori che vengono da fuori, altre volte sono gli stessi partecipanti a proporre un argomento. La tendenza è quella di aumentare il numero di incontri con relatori interni per fare in modo che si inneschi il give back che ho citato prima. Un altro punto che evidenzio sempre è quello di saper raccontare. Spesso noi programmatori facciamo fatica a raccontare, sintetizzare ed essere efficaci nella comunicazione: dare spazio in un ambiente sicuro a chi vuole proporre un argomento è un ottimo modo per allenarsi a raccontare un argomento o una tematica che sta a cuore.

Esistono tipologie di utenti che contribuiscono più altri? E in che modo?

Al momento no. O meglio, ci sono sicuramente utenti più attivi e altri più defilati, ma non sono così impattanti. L’organizzazione al momento è molto piramidale. Mi piacerebbe fosse più piatta, ma richiederebbe un costo in termini di energie e tempo non banali.

Cosa ne pensate delle community? Diteci la vostra, vi aspettiamo nei commenti!


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