“Tutti dovrebbero sapere come programmare un computer, perché ti insegna a pensare”, diceva Steve Jobs. Ma programmare in quale linguaggio? La scelta è talmente ampia da essere difficile, soprattutto per chi è agli inizi. Tutti coloro che vogliono diventare sviluppatori si pongono questa domanda: quali linguaggi di programmazione bisogna conoscere e su quali conviene puntare per il futuro?
I 5 linguaggi di programmazione più richiesti
Una prima risposta può darcela il Tiobe Index, l’indice di popolarità stilato da Tiobe, società olandese specializzata nella valutazione della qualità del software. Questo indice viene aggiornato ogni mese e si fonda sulle ricerche effettuate dagli utenti su 25 motori di ricerca: rileva quali sono i linguaggi più popolari, confrontando i dati con l’anno precedente, ed è quindi utile per capire le tendenze del settore e le competenze che potranno essere richieste agli sviluppatori nel breve-medio periodo.
Dalla classifica di maggio 2018 emerge che i primi cinque posti sono saldamente occupati da altrettanti linguaggi che da anni dominano il mercato dell’informatica e che, presumibilmente, saranno ancora richiesti per diverso tempo.
Ecco i cinque linguaggi di programmazione più ricercati, secondo il Tiobe Index:
- Java
È ai primi posti della classifica da 15 anni: è il linguaggio per sviluppare applicazioni per web, smartphone e tablet e deve il suo duraturo successo al fatto di essere adatto allo sviluppo in qualsiasi ambito e indipendente dai diversi sistemi operativi. Molti sviluppatori tuttora cominciano a imparare la programmazione proprio da Java.
- C
È il linguaggio più antico (è stato ideato nel 1972) ancora in uso ed è la base sulla quale sono stati sviluppati alcuni di quelli più recenti, come Java e Python. È apprezzato per la sua efficienza ed è utilizzato per i software di sistema e in ambiti come l’elettronica, le telecomunicazioni, i processi industriali.
- C++
Come dice il nome, è nato come versione potenziata di C, grazie alla programmazione a oggetti e altre funzioni avanzate. È un linguaggio potente, utilizzato anche per il firmware, il software che viene installato in modo permanente nelle memorie di sistema.
- Python
Deve il suo nome alla passione del suo ideatore per il gruppo comico britannico dei Monty Python ed è considerato facile da imparare e divertente da usare, tanto che, almeno negli Stati Uniti, sta soppiantando Java come primo linguaggio studiato dagli aspiranti programmatori. Si usa per sviluppare applicazioni web e per l’analisi dei dati; tra gli utilizzatori ci sono i siti Internet di Instagram, Pinterest e della Nasa.
- C#
Si pronuncia “C sharp” ed è stato sviluppato nel 2000 da Microsoft all’interno della sua piattaforma .NET, come evoluzione di C e C++. È il linguaggio delle applicazioni Microsoft, ma utilizzato anche per smartphone e videogiochi.
I linguaggi di programmazione del futuro
I nuovi linguaggi “cambieranno il modo in cui scriviamo codici oggi e stenderanno le basi per il futuro della programmazione.” Lo afferma con sicurezza, in un articolo per TechBeacon, Peter Wayner, esperto sviluppatore che scrive di programmazione software per numerose testate statunitensi.
Alcuni sono nati da poco, altri sono stati ideati come versione moderna di linguaggi “classici”, ma tutti, sottolinea Wayner, “stanno cambiando il modo in cui diciamo ai computer che cosa fare.”
Ecco i linguaggi di programmazione più promettenti, quelli da studiare già oggi per essere pronti per il prossimo futuro.
R
È nato nel 1995, ma ha cominciato a diventare popolare di recente, grazie all’interesse crescente per i big data. R è infatti un linguaggio per analisi statistiche complesse, pensato per semplificare il lavoro dei data scientist per analizzare, organizzare e creare rappresentazioni grafiche di dati.
MATLAB
La prima versione risale addirittura agli anni ’70 e per anni è stato riservato ai matematici e agli scienziati per il calcolo numerico complesso; ora viene utilizzato per analizzare dati e sviluppare algoritmi. Le applicazioni di MATLAB vanno dall’Internet of Things, per collegare oggetti e farli comunicare tra di loro, al campo medico, per realizzare strumenti avanzati di diagnosi e cura.
Ruby
Noto anche come Ruby on Rails, dal nome dell’infrastruttura dedicata, è un linguaggio facile e flessibile per costruire siti e applicazioni web. La semplicità e rapidità di sviluppo lo fanno apprezzare particolarmente dai programmatori alle prime armi.
Go
Quando Google l’ha creato nel 2007, ha voluto esplicitamente realizzare un linguaggio facile e lineare per sviluppare “software semplice, affidabile ed efficiente”, per esempio per applicazioni web. Anche per Go il motivo del suo crescente successo è la semplicità.
Swift
È relativamente giovane (è stato creato da Apple nel 2014), ma è già stato adottato da società come Yahoo e LinkedIn. Ideato per gli sviluppatori iOS, Swift è il linguaggio del futuro per sviluppare applicazioni nel mondo Apple, ma può essere utilizzato anche in ambienti Linux e Android, cosa che sarà senz’altro un punto a favore per la sua diffusione nei prossimi anni.
Come si vede, alcuni di questi linguaggi sono nati da poco, altri invece sono la versione moderna e aggiornata di “classici” creati già tempo fa. Tutti i nuovi linguaggi di programmazione, però, hanno qualcosa in comune, sottolinea l’esperto: “cambieranno il modo in cui diremo ai computer che cosa fare”. Una sfida avvincente per i programmatori del futuro.
La redazione