In questa rubrica diamo la parola ai professionisti dell’informatica, che ci raccontano competenze, studi, esperienze utili per ricoprire i ruoli più richiesti nel mondo IT.
Buona lettura!
Ѐ la mia professione da 16 anni, praticamente metà della mia vita.” Comincia così la nostra intervista a Norman Russo, 32 anni, di Milano, che realizza siti web fin dai primi anni 2000. Ecco il suo racconto, in cui ricorrono due concetti: curiosità e passione.
Norman, come hai cominciato a fare lo sviluppatore web?
Ho iniziato quando ero ancora a scuola. Avevo 16 anni, già da un paio d’anni mi ero appassionato da solo alla programmazione e un amico di famiglia, che faceva il grafico, mi chiese di sviluppare un sito per un cliente: in quel periodo nascevano le prime richieste di siti Internet che si potessero aggiornare senza dover apportare modifiche grafiche. All’epoca non c’erano corsi online o tutorial da seguire e cominciai da solo: presi un tool per creare pagine ASP, che allora si usavano per creare i siti dinamici, e così realizzai il mio primo sito. Ma subito dopo nacque la necessità di apportare modifiche e quindi di mettere mano al codice: la curiosità mi spinse ad approfondire e cominciai a studiare i linguaggi di programmazione.
Oggi per quali aziende lavori?
Sono un libero professionista per scelta: diverse aziende vorrebbero assumermi, ma ci sono clienti che seguo da 15 anni e che non voglio lasciare.
Lavoro con imprese di ogni settore e dimensione, dal singolo professionista, per esempio un avvocato, alle grandi aziende, alle agenzie di comunicazione. Uno degli ultimi progetti che ho seguito è stato per un’azienda di ticketing: ho sviluppato da solo la biglietteria online del Salone del Mobile di Milano.
Spiegaci nel dettaglio che cosa fa uno sviluppatore web.
Uno sviluppatore web svolge diverse mansioni: può essere richiesta la realizzazione della parte di front end di un sito web, cioè l’interfaccia con cui interagisce l’utente, o di back end, la parte del sito che permette il funzionamento del front end, o di entrambi, per esempio con lo sviluppo di un CMS, un Content Management System, per la gestione dei contenuti del sito. Lo sviluppatore web deve saper fare tutto, front end e back end, e imparare diversi linguaggi, ma deve poi capire su che cosa concentrarsi, senza correre dietro alle mode. Ѐ importante scegliere una specializzazione per poter dare il massimo: se si vuole fare tutto a tutti i costi, inevitabilmente cala la qualità.
Quali competenze utilizzi nella tua professione?
Come dicevo, ho cominciato con ASP, poi ho scoperto PHP che permetteva di fare le stesse cose, ma anche altro e per me era molto più divertente; uso anche Javascript per sviluppare alcune applicazioni.
La programmazione è una sfida a livello mentale e organizzativo: scrivere il codice viene dopo, bisogna prima avere le idee chiare e sapere dove si vuole arrivare. Tra le competenze indispensabili metto sicuramente la curiosità, la creatività, il problem solving: devo offrire ai miei clienti soluzioni che risolvano dei problemi.
Come vedi il ruolo dello sviluppatore web in futuro e quali saranno le competenze più richieste?
Fare previsioni è sempre difficile, ma al momento Javascript funziona e sta crescendo molto; Python è di moda, ma pochi lo sanno usare veramente bene. Senz’altro ci sarà un futuro per applicazioni cross-platform, che funzionano su più piattaforme.
In ogni caso, a prescindere dalle mode, consiglierei a uno sviluppatore di concentrarsi sui linguaggi che gli piacciono di più, altrimenti non metterà passione nella programmazione e questo si vedrà sempre nel suo lavoro.
Come trovi lavoro e quindi clienti, visto che sei un libero professionista?
All’inizio, soprattutto attraverso le conoscenze: a dire il vero, i lavori trovati per amicizia spesso sono i peggiori, ma sono utili per fare esperienza. Il passaparola funziona sempre e sto avendo interessanti riscontri da LinkedIn, dove di recente sono stato contattato da alcuni clienti. Sono invece piuttosto restio a cercare lavoro attraverso i social media: c’è troppa confusione, non ci sono garanzie di qualità.
Serve avere un sito web, per uno sviluppatore?
A livello commerciale, no: non è il sito che ti porta lavoro. Però direi di sì, un sito bisogna averlo per presentare i progetti realizzati.
A un aspirante sviluppatore web quali studi consiglieresti?
Io non ho finito la scuola e ho sempre studiato la programmazione da autodidatta. Credo che la scuola sia utile, non tanto per la formazione tecnica, ma come base per aprire la mente; poi, però, deve esserci la voglia e la curiosità di capire. Questo è sempre stato il mio metodo: capire come e perché qualcosa funziona, studiare a fondo prima di cominciare a scrivere codice.
La programmazione si può anche studiare da soli, ma ci vuole questa passione, la voglia di sapere e di andare oltre lo standard. È come quando si legge un romanzo e si capisce che lo scrittore ha colto qualcosa di particolare: anche il codice racconta e si vede se è scritto con passione o se è scritto male. E un codice scritto male è terribile, lo si vedrà anche ad anni di distanza.
Dai un consiglio a chi si è iscritto al nostro portale del lavoro: che cosa serve oggi per lavorare come sviluppatore web?
La curiosità per imparare continuamente e la voglia di lavorare sempre al meglio delle proprie capacità: non averne mai abbastanza, insomma. Bisogna fare bene ciò che si sta facendo, ma pensando sempre a ciò che verrà dopo. Se ci sono le competenze e c’è il piacere nello svolgere il proprio lavoro, la qualità emerge sempre e verrà riconosciuta.
Ringraziamo Norman per l’intervista che ci ha concesso. Lo salutiamo e auguriamo un buon lavoro.
Redazione Reteinformaticalavoro.it